Astrid, la ragazza copertina che non lo è mai stata.
In questo modo, paradossale, potrei definire una delle modelle più fotografate da Angelo. Ma la parola modella è inadeguata. Rimanda a bellezze patinate, quelle che non incontrerai mai, se non nelle pagine dei giornali.
Astrid è stata nelle copertine e nelle pagine dei giornali ma, se la incontravi per strada, nemmeno la guardavi, tanto era la quieta bellezza della porta accanto.
I riflessi, per riportare la luce sulla modella, sono una delle specialità di Angelo. In questa foto, di Luigi Briselli, fa vedere come si usa un piccolo riflesso dorato per illuminare di luce calda il volto di Astrid.
Se sbagli prospettiva, con Angelo, sbagli tutto. Bene lo sanno i direttori dei giornali per i quali ha lavorato, i suoi committenti pubblicitari. Angelo è quello che propose una Dorella adolescente, con il piccolo seno delle ballerine classiche, per la pubblicità dell’intimo de La Perla. Il direttore marketing rischiò l’infarto, ma la campagna ebbe un gran successo.
Angelo conserva una pila di giornali che parlano di Astrid: da Novella 2000 a Tuttoturismo, passando per Il Corriere della Sera e toccando Repubblica e via elencando Playboy, Panorama, La Stampa, Photo. E la lista potrebbe continuare.
Il fenomeno Astrid, come titolavano i giornali, durò una decina d’anni, dal 1984 al 1993. “ il primo vero servizio su di lei lo feci nel marzo dell’84, facendole indossare gli abiti di velo che avevo fatto fare per il servizio di Playboy con la Dorella….l’ultimo fu nel ’93.
1991 Astrid e Simon, posano per un servizio sull’amore giovane. Anni più tardi Simon diverrà il marito di Astrid.
Un catalogo turistico a Tobago….”. Tra le due date Astrid campeggia nei giornali, nei calendari, nei cartelloni pubblicitari. Leggenda vuole, ma forse è realtà, che Simon, il fidanzatino dei diciotto anni, si mettesse davanti alle vetrine di Francorosso, il tour operator, e agli amici dicesse orgoglioso che quella desiderabile ragazza, che sorrideva nuda da quattro metri di manifesto, era la sua. Una bella storia perché, dopo prendersi e lasciarsi, quel ragazzo è oggi suo marito. Storia privatissima. Non lo sono altre, quelle che riguardano il sodalizio Astrid-Angelo. Una strana coppia i cui ruoli di fotografo-modella non sono quelli classici e definiti. Angelo è certo quello che ha premuto il pulsante della fotocamera e Astrid era davanti all’obiettivo, ma l’immagine è opera di entrambi. L’hanno discussa prima, durante e dopo. E se non piaceva, sia pur bellissima, era inesorabilmente cassata. Dicevo di storie pubbliche.
I direttore di Tuttoturismo non voleva Astrid come testimonial perché troppo conosciuta. Cozzi lo tranquillizzò dicendogli che aveva lui la ragazza che l’avrebbe sostituita: una certa Nicole. Solamente a servizio fatto, il direttore seppe che Nicole non era altri che Astrid. Una spiritosa invenzione di Angelo, avrebbe detto Molière.
Eccone una:”…il mensile Tuttoturismo, dopo i servizi fatti con Gaia, mi commissionò altri servizi di minore respiro: brevi viaggi descritti in prima persona dalla modella, che menzionava anche alcuni prodotti degli sponsor del viaggio. Il direttore pubblicità della Domus, editrice anche di Tuttoturismo, non voleva Astrid, perché troppo conosciuta…gli dissi che avevo sottomano una modella ideale che si chiamava Nicole. Il direttore si fidò di me e non volle nemmeno vederla. Così partii con Astrid, per l’occasione diventata Nicole…”. Manco a dirlo, fu un successo. Sul medesimo tono, nei miei ricordi, c’è anche un’altra storia. Che nemmeno Angelo ha mai saputo. Erano i primi anni novanta. L’editore per il quale lavoravo volle editare un mensile di fotografia e mi chiese di dirigerlo. Nella copertina del primo numero sorrideva Astrid. Una castigatissima Astrid, come si conveniva a una rivista di fotografia, con il valore aggiunto della foto realizzata con una pellicola che allora andava per la maggiore. Una pellicola ad alta sensibilità, molto adatta alle foto nello specchio, allora la cifra di Angelo. Una immagine “sgranata” come si dice in gergo, proprio per questo poco definita. Quando l’editore vide la prova di stampa per poco non mi licenziò, ancor prima dell’uscita in edicola. Per la prima volta, in tutta la storia delle riviste di fotografia, proponevamo un’immagine che sembrava fuori fuoco, sbagliata. Anche questa volta Angelo ebbe ragione. Quel numero vendette intorno alle centomila copie. Le testate concorrenti, se ne vendevano ventimila, era manna dal cielo.
La copertina del mensile Il Fotografo di cui si parla nel testo. La prima rivista fotografica a portare in copertina una fotografia “sgranata”.
Di episodi come questi è ricca la storia del binomio Astrid-Angelo. Ogni volta che la proponeva, per il committente era sempre troppo, o troppo poco. Chi voleva una ragazza più pin up e chi ne voleva una meno. Angelo, col suo fare sornione, da abile stratega, alternando cocciute difese e audaci sortite, la impose a tutti. Per parlare della “strana coppia” ho appuntamento con Astrid nello studio di Angelo.
E’ un’assolata giornata di fine primavera. Le finestre aperte, nell’illusione di un refolo d’aria. Aspettando Astrid. Angelo sfoglia i giornali che la pubblicarono. Rileggiamo cosa scrissero di lei.
“ Le mie sono le tette più viste d’Italia” proclamava dalle pagine di Novella2000, intervistata da Irene Lasalvia che aggiungeva:”…e se la ride la bella, mentre con lo sguardo punta Angelo Cozzi, il suo pigmalione, la sua “chioccia” precisa Rolando, il parrucchiere delle dive che da anni conosce la strana coppia….”. Per la giornalista quella era solo una buona battuta, da infilare nell’articolo. Per chi conosce Angelo è cifra del suo carattere. Forse, in un’altra vita, chioccia è stato veramente. Chiedete a quanti lo conoscono bene e tutti saranno d’accordo: per Angelo il rapporto con la modella è qualcosa di complesso, ha una marcia in più. Proprio quella che si riflette nelle sue immagini. Quella che si riflette nella sua vita. Le modelle, nel suo caso la definizione è riduttiva, creano assieme a lui le immagini come per un gioco. Gioco che rimane tra i loro ricordi, quando il tempo e i casi della vita, non lo permettono più.Angelo mentre riprende Astrid. Per avere a portata di mano, anche quando fotografa in acqua, l’attrezzatura indispensabile, Angelo s’è fatto costruire una speciale borsa galleggiante. Un adattamento del contenitore galleggiante del kit di sopravvivenza in mare per naufraghi. Foto Luigi Briselli.
Il legame che rimane tra la “chioccia” Angelo e il “pulcino” modella dura negli anni. Quando la ragazza di allora è già mamma di ragazze in età da marito. Un legame che prevede pazienza e premura da parte della chioccia, anche quando il pulcino, brutto anatroccolo, si permette tirannie che non dovrebbe. Le pale del ventilatore, col loro immutabile roteare, scandiscono il tempo, più che rinfrescare l’aria. Attendendo Astrid sfogliamo i giornali. Raccontano che Astrid aveva iniziato studiando danza alla scuola della Scala. Che lì Angelo l’aveva scoperta e che lì, alla scuola di danza della Scala, si erano infranti i suoi sogni. “ …è successo che durante il quarto anno alla Scala sono stata colpita da una tendinite. Un brutto affare dal quale non sono riuscita a liberarmi e che mi ha portata dritta dritta alla bocciatura….è stato durissimo per me…dopo aver passato quattro anni chiusa in una campana di vetro, mi sono ritrovata catapultata nel mondo: sola, senza amici e soprattutto senza più sogni…”. E lì che arriva la chioccia Angelo. Chi lo conosce bene sa che è come la cavalleria nei film western: arriva al momento giusto. Angelo inizia a raccontare “…seguivo Astrid oramai da due anni e mi sembrava di aver intravisto qualcosa di speciale…dietro quel suo fare burbero, quella timidezza aggressiva c’era una scintilla….”, ma suona il campanello: è arrivata Astrid. “ Cozzi, sei uno stress…” risponde quasi ancor prima che Angelo le faccia notare il ritardo.Astrid e Angelo alle Seychelles.
E’ lei, come me la ricordo. Quella che doveva essere un’intervista diventa rimpatriata densa di ricordi. Dal sapore di guayaba, avrebbe detto Garcia Marquez. L’equivalente caraibico delle proustiane madeleinettes. E’ passata una ventina d’anni. La ragazzina un po’ tondetta che ricordavo è una raffinata quarantenne. Interviene Angelo:”…la fotografai per la prima volta nel 1982, quando aveva poco più di dieci anni. E’ nata il venti settembre del ’71. Ricordo ancora la data del primo scatto: ventiquattro marzo millenovecentoottantadue, e l’obiettivo era il 180mm Nikon. Ottimo per i ritratti. Lei frequentava il primo anno della scuola di ballo alla Scala e quel volto mi colpì subito. Passarono due anni e Astrid era tra le quindici bambine che recitavano, assieme alla Fracci, nello spettacolo Splendori e miserie dell’Imperial Regio Teatro alla Scala di Milano…..”. Per le sue frequentazioni di fotografo Angelo conosceva bene le allieve della scuola e diede una mano a Beppe Menegatti, marito di Carla Fracci, ideatore e regista dello spettacolo, a gestire le ballerine in erba. “… Astrid era la più indisciplinata e anche la più disordinata…” A queste parole Astrid sbotta ancora:“ Angelo, sei uno stress…”. E Angelo fa appena in tempo a ricordare:”…il 10 marzo 1984 Astrid posa per me, senza nessuno imbarazzo, davanti allo specchio…è allora che mi convinco che non è una riedizione di Oriella Dorella. Astrid è Astrid e basta…”.Cala Luna, Sardegna, foto Luigi Briselli. Astrid, Bettina (si vede solo il viso) e Novella mentre prendono il sole in una pausa delle riprese. L’episodio del pastore che le guardava accadde poco dopo la ripresa di questa foto.
A questo punto Astrid diventa l’assoluta protagonista di quella doveva essere un’intervista a due. Astrid dei sei calendari; Astrid che in Sahara volevano comperare per settanta cammelli; Astrid quindicenne che, sulla spiaggia di cala Luna, in Sardegna, si fa incontro, nuda, a un pastore che la sbirciava da lontano e l’apostrofa “…ma tu, alla tua età, non hai mai visto una donna nuda?”. Astrid che, in piena epoca Brezneviana, con una maglietta a stelle e strisce, sulla piazza del Cremlino prende sottobraccio un ufficiale dell’Armata Rossa mentre Angelo scatta la ghiotta istantanea. Astrid che in Messico, a Palenque, trova il momento per farsi riprendere nuda in mezzo alle rovine Maya. Sì, Astrid è Astrid e basta.
“ ho fatto molti workshop di fotografia con Angelo e mi hanno sempre divertito…” Oggi è una signora e non dice quello che pensava, allora, dell’imbarazzo dei partecipanti a vederla come mamma l’aveva fatta. Il peccato, si dice, è negli occhi di chi guarda. O di chi fa domande. Nelle interviste dell’epoca, non mancava mai chi le chiedeva cosa provava a mostrarsi senza veli, e alla sua età. Zazie, l’adolescente protagonista del romanzo Zazie dans le Metro, di Raymond Quénau, ha un simpatico e icastico intercalare: mon cul. Astrid, per risolvere una situazione, preferisce il più misurato “ che stress”.
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