Vent’anni è sempre Domenica

Avete in mente la quantità di nastrini che ornano il petto dei generali? Ogni nastrino è una campagna, una decorazione. Si usassero anche per i fotografi, la giacca di Angelo Cozzi somiglierebbe a quella di un generale sovietico alla parata del Primo Maggio. Una copertina, un nastrino; un servizio importante, un nastrino. Tra tutti ne spiccherebbe uno: quello della prima copertina fotografica de La Domenica del Corriere. Era il numero del 7 novembre 1967: la cover story dedicata all’incoronazione dello Scià di Persia. Soggetto: Farah Diba, la moglie, colta nel regale corteo con un enigmatico sorriso sulle labbra e una barocca corona in testa. Per sessantanove anni la cover story era sempre stata risolta con un disegno di gran firma: prima Achille Beltrame, poi Domenico Molino. Bellissime copertine disegnate che i tempi e la concorrenza dei nuovi settimanali consegnarono alla storia, sostituite dalla fotografia. Non fu cambiamento indolore. Il direttore, Gugliemo Zucconi, fu addirittura sfidato a duello per l’innovazione. Raccogliere l’eredità di quelle famose copertine disegnate e reinventarle con la fotografia toccò ad Angelo. E fu il primo degli ideali nastrini che ornano la sua giacca.

domenica corriere vietnam foto angelo cozziI reporter di razza non se ne sta mai con le mani in mano. Occupato a coprire la guerra in Viet-Nam  Angelo non trascurò gli aspetti meno conosciuti, ma non meno tragici del conflitto. La foto di apertura del servizio venne scattata in un orfanatrofio di Saigon.

“…alla Domenica riuscii finalmente a fare fotografia. Era una casa in cui stavo bene e dove ebbi la fortuna di lavorare con veri direttori. Direttori con la D maiuscola…”. Le copertine, le pagine dei servizi con la carta un po’ ingiallita dal tempo, sono tutte ben catalogate nell’archivio di Angelo. Come il Genio della lampada escono dai loro contenitori assieme ai ricordi. Spesso Angelo parla di quegli avvenimenti con i verbi al presente. Il tempo a volte si ferma. “…è un periodo di gran lavoro, di grandi soddisfazioni, di grandi rinunce: niente tempo per la famiglia, niente per gli amici, per una vacanza. Sempre pronto a partire per coprire un avvenimento…” Minuteman erano chiamate le milizie popolari all’epoca della rivoluzione americana: dovevano essere pronte in un minuto. Angelo passò una ventina d’anni come minuteman della fotografia. Un tempo non dettato dal caso ma dalla sua volontà. “…Venni assunto il primo novembre del ’66 come impiegato tecnico di seconda categoria con mansioni di fotoreporter….ne uscii vent’anni dopo, giornalista professionista. Il primo fotografo in Italia a essere iscritto all’Ordine. Dopo una dura battaglia e un serrato confronto con Giulia Maria Crespi, allora proprietaria del giornale…-ma lei ha occhi di ghiaccio – mi disse a un certo punto – si rispecchiano nei suoi, risposi...”. Quando Angelo prese possesso della sua scrivania alla Domenica ricorda:”…il primo giorno mi ripromisi di starci vent’anni e poi cambiare…una mia forma mentale…”. Cambiamento programmato, la precisione di Angelo arriva anche a questo.  Vent’anni di testimone per il mondo: il Viet Nam, i primi voli spaziali seguiti da Cape Canaveral, ma anche la storia più vicina e piccola dietro la quale, spesso, si nasconde un’avventura. La copertina di Mike Bongiorno sulla punta del Cervino, significa qualche ora di paura. L’elicottero che doveva andarlo a riprendere non poteva alzarsi in volo, per la fitta nube che aveva, improvvisamente come accade in alta montagna, avvolto la cima. La prospettiva era di passare la notte lassù, assicurato alla gran croce di ferro, esposto al pericolo dei fulmini. Una fortunosa schiarita e una provvidenziale guida alpina calata, letteralmente, dal cielo lo tolsero dalla situazione. “….era un po’ scosso, quando l’elicottero lo depositò vicino alla funivia di Plateau Rosà –ricorda Angelo – tolse dalla tasca della giacca a vento un bottiglietta di grappa e la scolò, senza offrine a nessuno…”. Gioia per lo scampato pericolo o inconsapevole e automatico spot pubblicitario? In quel periodo Bongiorno era testimonial della grappa Bocchino. I ricordi continuano.

domenica corriere foto angelo cozziIl servizio sui funerali del fratello della cantante Rosanna Fratello e la lettera autografa del direttore Guglielmo Zucconi. Il gruppo di famiglia dietro la bara è l’immagine che colpì particolarmente il direttore per la sua pìetas, dolente schiva.

Vent’anni allo stesso giornale e dieci direttori: da Guglielmo Zucconi a Nascimbeni, da Oriani a Bertoldi a Magnaschi, a Costanzo. Ho conosciuto veri direttori, dice Angelo e un posto particolare nella sua memoria lo riserva a Gugliemo Zucconi. “…mi ha permesso di lavorare bene…ed era anche un amico, per quanto a quel tempo si poteva essere amici di un direttore. Mi mandò due mesi negli Stati Uniti per i lanci spaziali di Apollo 11 e Apollo 12. Avevo affittato una casetta a Cape Canaveral, vicino al poligono. Lavoravo all’argomento per una settimana e, in concomitanza con la chiusura del giornale, mi spostavo a New York. Qui sviluppavo il lavoro dei giorni precedenti, facevo le didascalie alle foto pigiando sui tasti di una Olivetti Lettera 22 e correvo all’aeroporto, dove affidavo foto e testi a uno steward dell’Alitalia. Ad attenderlo a Milano ci sarebbe stato il fattorino del giornale. Una routine cambiata quando la NASA rilasciò le prime foto dello sbarco sulla Luna. “…il direttore Zucconi non volle assolutamente rischiare, io dovevo portare le foto. Partii da New York, e alle sette del mattino ero a Malpensa. Ad aspettarmi c’era lui, il Direttore, in persona. Bevemmo un caffè assieme. Poi, lui tornò in redazione, io presi l’aereo di ritorno per New York…questo era Zucconi…”.  Mi porge un ingiallito foglio di carta da lettere intestato: Domenica del Corriere, il Direttore. Il testo, scritto elegantemente con una stilografica recita “ Caro Cozzi, se ti capita sottomano la Domenica del Corriere n.29, vai a pagina 21: c’è una delle più belle foto che io abbia mai visto. Volevo appunto dirti bravo. Affettuosamente, tuo Zucconi”.  “…questo ti fa capire quali erano i direttori a quell’epoca…” conclude Angelo. Direttori capaci di ascoltare proposte e farle proprie. Come per la serie di servizi sull’Aeronautica che Angelo realizzò, volando sui caccia e sugli acrobatici al posto del secondo pilota. Singolare, fra gli ideali nastrini sulla giubba di Angelo, una copertina dedicata al calcio “… ed io, che avevo messo in contratto che non avrei assolutamente seguito il calcio…”  borbotta, passando ad altre copertine, ad altri servizi. Eh sì, i Direttori di allora dovevano essere diversi, se uno riuscì a fargli fare il calcio.

domenica corriere foto angelo cozzi“..il romanzo Radici mi piaceva molto. Non persi l’occasione, alla Fiera del Libro di Francoforte di fotografare Alex Haley, l’autore..”

La rapidità nell’eseguire foto non è qualità necessaria solo per le riprese di sport. Anche il ritratto di un personaggio importante talora la richiede.   “…ero a Houston in Texas, per fotografare DeBakey, il cardiochirurgo che, primo, costruì un cuore artificiale. Mi diede 10 minuti di tempo…davanti al suo ospedale gli avevano già eretto un busto commemorativo… morì nel 2008, due mesi prima di compiere cent’anni…”.  Confesso che ho vissuto titolò le sue memorie Pablo Neruda. Angelo potrebbe fare sua la frase. Andò nella Guyana francese, sulle orme di Henri Charrière, l’ex forzato conosciuto come Papillon, dal titolo del suo fortunato libro di memorie. Incontrò ex detenuti oramai vecchi e scoprì che…Papillon non era mai stato nei posti che aveva così ben descritto nel libro. All’epoca della cosiddetta politica del ping pong, che vide il disgelo tra Cina e Stati Uniti, andò a Washington per fotografare i Panda regalati dal governo cinese a quello americano. Sopra un camion carico di frigoriferi fece Milano-Teheran per documentare il lavoro di chi quel viaggio faceva per lavoro. Lavoro faticoso e anche pericoloso “...al valico del Tahir passavi in mezzo a carcasse di camion che non ce l’avevano fatta…”. Meno rischiose ma, forse, più difficili le immagini del servizio sui pittori italiani che vivevano a Parigi. “…li ho riuniti tutti, per una foto di gruppo…ma non ti dico l’estenuante trattativa per farli sedere tutti attorno al medesimo tavolo…questo non voleva stare vicino a quell’altro, quell’altro voleva stare in centro e non ai lati…un mazzo di primedonne…”. domenica corriere foto angelo cozziLa doppia pagina d’apertura del servizio su Salvatore Giuliano, il Re di Montelepre, come lo battezzavano le cronache dell’epoca. A venticinque anni dalla sua uccisione Angelo documentò luoghi e persone che lo videro in lotta contro lo Stato.

Di sicuro c’è solo che è morto, titolava l’inchiesta di Tommaso Besozzi sulla morte di Salvatore Giuliano. Il primo dei misteri della nostra Repubblica che, di tanto in tanto, riaffiora ancora oggi, a beneficio di storici e dietristi. Sull’avventura di Giuliano Francesco Rosi fece un film nel 1962: Salvatore Giuliano, appunto. E i giornali numerosi servizi e inchieste, a partire da quella prima di Besozzi per L’Europeo. Un tòpos giornalistico che Angelo non poteva mancare. E non mancò. Non ci sono più i direttori di una volta e, probabilmente, nemmeno i portieri d’albergo di una volta. Quelli del grande albergo, dove scendevano i personaggi importanti. Erano la fonte più preziosa per il giornalista in cerca di contatti. A Palermo fu quello del Grand Hotel des Palmes a fornire ad Angelo il capo del filo che avrebbe convinto la famiglia Giuliano ad aprire le porte di casa e farsi fotografare. Sei mesi durarono le trattative con Grace Kelly, prima che si concedesse al suo obiettivo. Il mestiere è anche fatto di lunghe attese e di pervicacia nel perseguire lo scopo. Ruotano le lancette dell’orologio e segnano minuti e ore e le ore si fanno giorni e anni.  Le promesse che fai a te stesso sono le più ineluttabili. “…verso la fine del 1986 mi accorsi che, entrando alla Domenica, mi ero riproposto di non starci più di vent’anni, comunque andassero le cose..”. Il tempo era giunto. Il due ottobre 1986 Angelo diede le dimissioni e iniziò altre avventure. Altre storie.

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